LA RIPARTENZA
In queste settimane nelle società sportive iniziano allenamenti ed amichevoli.
In queste settimane tanti sono alle prese con l’esperienza "mitica" della preparazione.
In queste settimane tutti i comitati sono impegnati con iscrizioni, affiliazioni e preparazione dei campionati e delle attività.
A "riaccendersi" è una sorta di reattore nucleare di bene educativo.
Ci siamo.
In queste settimane nelle società sportive iniziano allenamenti ed amichevoli.
In queste settimane tanti sono alle prese con l’esperienza "mitica" della preparazione.
In queste settimane tutti i comitati sono impegnati con iscrizioni, affiliazioni e preparazione dei campionati e delle attività.
A "riaccendersi" è una sorta di reattore nucleare di bene educativo.
Migliaia e migliaia di persone, in tutta Italia, si rimettono maglietta e pantaloncini. A loro non interessa più di tanto vincere o non vincere il campionato. Interessa educare i ragazzi alla vita.
Tutto questo - come sempre - avviene nell’ indifferenza più totale. Nelle cronache di questi giorni non si trova una riga o un servizio televisivo su tutto questo.
Instancabilmente si continua a parlare e riparlare dell’ultimo colpo di mercato, del primo infortunio estivo , di Fantacalcio su chi vincerà il campionato.
Verrà un giorno (forse nel quarto millennio…) nel quale il Paese si accorgerà che ogni anno riaccendere il motore delle migliaia di società sportive di base è un piccolo "miracolo italiano" che meriterebbe le prime pagine dei giornali e del quale tutti dovremmo andare immensamente orgogliosi.
Non importa! Quello che conta è che - come sempre - siamo ripartiti.
Entusiasmo e passione educativa. Ecco cosa si respira nello spogliatoio e sui campetti delle società sportive in questi giorni.
C’é una gran voglia di fare bene il bene. C’ é la consapevolezza che quello che conta è avere un progetto educativo "chiaro e concreto" ed avere allenatori e dirigenti che sentano la responsabilità di essere veri educatori e che siano formati e preparati.
C’ è la convinzione che la vera sfida è quella di accogliere tutti: bravi, meno bravi , imbranati… poco importa. Anzi c’é la voglia di andare a cercare quelli più scomodi, quelli che nessuno vuole, quelli che ….
C’ è il desiderio di essere (come gruppo sportivo) parte viva della comunità della Parrocchia e di vivere in pienezza l’ ispirazione cristiana del Csi facendo dello sport una occasione per incontrare e annunciare il Vangelo.
C’ è anche l’orgoglio di essere consapevoli del fatto che, da tempo, le società sportive del CSI non sono più società sportive "di serie B".
Esattamente il contrario.
Sono società sportive che hanno una marcia in più.
In fatto di organizzazione, di preparazione, di competenza (di dirigenti e allenatori) non vogliamo essere secondi a nessuno. Semplicemente abbiamo una "marcia in più" in termini di passione educativa e di capacità di fare dello sport una grande occasione per vivere i veri valori della vita.
Nella ripartenza questi giorni è fondamentale dare importanza alle cose che contano.
Preso dagli allenamenti, dalle mille incombenze burocratiche, dal cercare i ragazzi che mancano per completare la rosa… Bisogna evitare l’ errore di ricominciare senza chiarire a tutti ed a ciascuno quale obiettivi si vogliono raggiungere e quale tipo di società sportiva vogliamo essere.
Ecco allora che le riunioni per gli allenatori, per i genitori, per e con i ragazzi sono determinanti e fondamentali. Bisogna investire tempo per spiegare bene che una società sportiva come la nostra ha in testa un obiettivo grande e che punta dritta alla vittoria più importante: quella di educare alla vita.
Stringere la mano a ciascuno di quegli uomini e di quelle donne così "matti" ( in realtà innamorati dei ragazzi e dello sport) da ritrovarsi ancora una volta a fare il dirigente o l’allenatore in una società sportiva è il minimo che possiamo fare.
Ricordare a tutti che a ciascuno di loro è affidata una delle più grandi responsabilità e speranze di tutto il Paese è cosa importante.
Si perché, con tutto il rispetto, non sarà l’ abolizione dell’ IMU o qualche altra decisione del genere a fare grande l’ Italia di domani.
Solo educando "sulla roccia dei veri valori" le nuove generazioni possiamo pensare di avere domani un Paese forte e solido.
E questo, può sembrare strano, ma avviene anche e soprattutto correndo dietro ad un pallone.